Il bitcoin sta per essere sdoganato nei mercati finanziari

Il bitcoin sta per essere sdoganato nei mercati finanziari

Il bitcoin sta per essere «sdoganato» nei mercati finanziari. È quanto afferma il New York Times secondo cui Intercontinental Exchange, la società finanziaria che possiede la Borsa di New York, sta lavorando a una piattaforma online per investire nella criptovaluta di Satoshi Nakamoto. Se le voci venissero confermate si tratterebbe di una svolta epocale.

La situazione attuale del Bitcoin

Attualmente è possibile fare trading con i Bitcoin solo in piattaforme non regolamentate, le cosiddette over the counter, che offrono il servizio di conversione tra criptovalute e dollari o euro come Bitstamp, Kraken e Coinbase. Tra quelle più liquide, che quindi garantiscono spread minori, emerge Bitfinex su cui transitano più del 10% delle transazioni globali.

Perché finora non vi è stata alcuna apertura verso i circuiti tradizionali? Le cause principali sono due: anzitutto l’alta volatilità dei bitcoin e delle criptovalute in generale. In secondo luogo l’assenza di un sistema di regolamentazioni.

Come ha dichiarato Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan, «fare trading con le criptovalute è contro le nostre regole, oltre che stupido». Dimon è da sempre uno dei più agguerriti oppositori delle criptovalute al punto da definirle una «truffa peggiore di quella dei tulipani». Per chi non fosse serrato in storia economica, parliamo della prima bolla speculativa della storia, risalente agli inizi del 1600.

A quell’epoca nei Paesi Bassi la domanda di bulbi di tulipano raggiunse picchi enormi con conseguente aumento del prezzo a causa della speculazione su questi fiori fra coloro che non avevano mai visto i suoi bulbi. Nel 1637 la bolla scoppiò a causa dei prezzi diventati insostenibili. Così molte persone si ritrovarono in mano tulipani il cui valore non copriva un decimo di quanto erano stati pagati. Ci fu gente che si ritrovò rovinata in un giorno.

L’accostamento tra i bitcoin e la bolla dei tulipani fatta da Dimon fa capire la prudenza con cui i mercati tradizionali si avvicinano alla criptovaluta. E’ evidente, però, che qualcosa sta cambiando.

Arriva la svolta per i bitcoin?

Attualmente, alcune grandi borse valori, tra cui il Chicago Mercantile Exchange, hanno già creato prodotti finanziari legati al prezzo del Bitcoin, noti come futures. Parliamo dei famosi contratti a termine standardizzati che negoziano il valore di un asset e non l’asset in sé. Se, però, andasse a segno l’idea dell’Intercontinental Exchange, tutto cambierebbe. Questa ha già tenuto colloqui con altre istituzioni finanziarie per la creazione di una nuova operazione attraverso la quale le banche possono acquistare un contratto, nota come swap.

Di cosa si tratta? Detto in parole povere il cliente diventerebbe proprietario di Bitcoin il giorno successivo, con il supporto e la sicurezza dell’exchange, secondo le persone che conoscono il progetto. La sostanziale differenza tra il contratto swap e lo scambio tradizionale di dollari per Bitcoin sta nel fatto che il primo permetterebbe al trading di rientrare nella regolamentazione della Commodity Futures Trading Commission e di operare chiaramente secondo le leggi esistenti.

Il caso LedgerX

Attualmente, c’è solo una società che effettua transazioni tramite bitcoin in una borsa regolamentata. È LadgerX creata da Paul Chou è un ex trader di Goldman Sachs. Il suo obiettivo è quello di trattare «direttamente con i titolari di criptovalute in modo da sfruttare al meglio i punti di forza di Bitcoin, evitando intermediari, banche e altre istituzioni che effettuano tagli multipli alla transazione». Se, però, l’ICE decidesse di entrare sul mercato, tutto cambierebbe, perché a differenza di LedgerX avrebbe il vantaggio di avere già rapporti con le maggiori istituzioni finanziarie.

I più attenti a questo articolo avranno notato che fin qui si è sempre e solo parlato di trading inerente i bitcoin e non le criptovalute in generale. Questo perchè sulle altre criptovalute c’è ancora timore a causa dell’incertezza normativa vigente. Sia ‘ICE che LedgerX, ad esempio, hanno rinunciato a proporre un sistema di trading inerente Ethereum. Con il passare del tempo, però, anche gli altcoin potrebbero raggiungere una stabilità tale da permettere loro di entrare nel mercato regolamentato.