Binance ha diramato un'interessante ricerca sulla tendenza ribassista delle criptovalute

La tendenza ribassista delle criptovalute si avvia verso la fine?

La tendenza ribassista delle criptovalute potrebbe essere finita. E’ quanto afferma una ricerca indetta da Binance Research. La nota piattaforma exchange ha effettuato un’analisi del settore esaminando  fenomeni e trend rilevati all’interno dei mercati delle criptovalute.

Fine dei ribassi?

L’ultima analisi effettuata da Binance Research evidenzia un fatto del tutto inedito. Per la prima volta, infatti, stando ai dati raccolti dal 2014 al 2019, a metà marzo è stato registrato il periodo di correlazione più lungo nella storia del mercato tra il bitcoin e gli altcoin. Secondo questa ricerca,nell’intervallo di 90 giorni presi in esame,  il calo del bitcoin da 6.500$ a circa 3.100$, potrebbe tradursi in un rimbalzo dei mercati dopo la fine del periodo di correlazione.  Detto in altri termini, la ricerca dimostra che il periodo ribassista ha già toccato il fondo e che ora si va verso una tendenza al rialzo. Si badi bene, però: gli stessi ideatori della ricerca avvisano che il periodo preso in esame è comunque troppo basso per avere certezze inerenti a tale correlazione.

Più investimenti nel pubblico

Binance ha anche rivelato che, attualmente, meno del 7% di tutte le criptovalute sono in possesso di investitori istituzionali. Ciò vuol dire che, in questo momento, c’è molto più spazio per questa tipologia di quanto si pensasse all’inizio. Se questo si realizzasse, potrebbe esserci una tendenza al rialzo del valore delle criptovalute. Ma come mai ci sono tanti privati dietro queste ultime? Stando a quanto afferma il rapporto i “frequenti periodi di correlazione estrema del mercato crittografico sono inseparabili dalla partecipazione fortemente dettata dal mercato”. 

Svolta negli investimenti?

Se la teoria di Binance fosse confermata, ci potremmo aspettare anche la fine della volatilità delle criptovalute nel medio periodo. Rimane questo, infatti, il vero vulnus su cui molti detrattori continuano a puntare il dito. C’è anche da dire che va fatta una distinzione tra i commercianti di crypto e gli operatori di borsa. Generalmente, i primi tendono a reagire in modo esagerato ai cambiamenti, assumendo il trading come generale senza vedere le potenzialità dei rischi di un token specifico in modo isolato. Proprio questo pessimismo, comporta alla fine un eccesso di volatilità delle criptomonete

A questo punto non si può far altro che sperare in una maturazione del mercato, ovvero, in una maggior consapevolezza che le criptovalute non sono esclusivamente un investimento speculativo, ma a medio-lungo termine. Da questo punto di vista la stabilità mostrata recentemente da Bitcoin (il cui valore attuale si aggira sui 4.500 dollari) può dare una mano.