Ethereum ancora a rischio hard fork dannosa

Con un comunicato pubblicato il 26 aprile, Parity ha annunciato che non ci sarà l’hard fork della blockchain Ethereum per recuperare i fondi bloccati in alcuni wallet hardware della società. “Non abbiamo intenzione di dividere la blockchain Ethereum” – si legge – “Abbiamo in programma di continuare a lavorare con la comunità per trovare una strada da percorrere.”

Questa è stata, in definitiva, la risposta data alla proposta da parte della comunità di Ethereum di una hard fork per scongelare i token ETH bloccati in alcuni portafogli elettronici.

IL PARERE DI SCHOEDEN

Lo scorso 16 aprile era stato proposto l’EIP9999 da parte di Afri Schoeden di Parity. In questo modo, si ripristinerebbe il codice contrattuale del contratto autodistrutto che renderebbe disponibili i token congelati attraverso una hard fork non cambiando, secondo quanto riportato proprio da Schoeden, “alcuna semantica dell’EVM cercando di raggiungere l’obiettivo di sbloccare i fondi con un’unica transizione statale.” Per Schoeden, infatti, le hard fork che comporterebbero modifiche alla macchina virtuale Ethereum avrebbero degli effetti collaterali indesiderati.
Il suggerimento principale della sua proposta è il seguente: “Per implementare questo cambiamento sulla blockchain di Ethereum si raccomanda di aggiungere la necessaria transizione di stato in una futura hard-fork ad un numero di blocco ben definitivo.  Ad esempio, CNSTNTNPL_FORK_BLKNUM per Costantinople il quale sarebbe la prossima presupposta hard-fork pianificata di Ethereum” , naturalmente intendendo quest’ultimo come nient’altro che un esempio.

La comunità della bacheca collegata all’EIP in cui c’era la proposta di Schoeden ovviamente ha reagito alla proposta di Schoeden in maniera discordante: taluni hanno appoggiato le sue idee mentre altri si sono espressi contro. È arrivata anche la risposta del creatore di Ethereum – altrove, naturalmente – Vitalik Buterin, che ha scritto che “una singola azienda sta proponendo un cambiamento e una grande maggioranza senza ambiguità si oppone.” Qualche giorno dopo, ha aggiunto “dal mio punto di vista sembra che il sentimento della comunità su questo tema sia già chiaro”, dopo aver ammesso che i suoi sentimenti personali non avrebbero dovuto in nessun aspetto interferire con la decisione finale.

LE TESI DI VAN DE SANDE

Alex Van De Sande non è, invece, d’accordo con questo sentimento. Il 20 aprile ha presentato un EIP per rispondere a diverse recenti conseguenze della comunità di Ethereum, compresa la questione delle hard fork. Secondo Van De Sande, i token bloccati incentivano il team Parity a eseguire una hard fork, e questo conviene indipendentemente dal supporto della maggioranza dei nodi della rete, in quanto, qualora lo facciano, “è probabile che recuperino un importo superiore a 0.” Questo significherebbe, per la comunità di Ethereum, perdere un prezioso team di sviluppatori.

La sua proposta è quella di orientare nuovamente le ricompense di blocco, in modo da essere applicati ad altri scopi oltre che all’incentivazione mineraria e all’aiuto di utenti che hanno subito gravi danni e perso Ethereum. Quindi, in termini pratici, cercare di “creare un forum in grado di affrontare i reclami degli utenti senza ricorrere ad hard fork.” Van De Sande, in precedenza, il 18 aprile, aveva argomentato la sua tesi contro le hard fork, non specifici dell’EIP999. Con più hard fork, infatti, si arriverà, secondo le sue argomentazioni, a una divisione permanente della rete, in quanto i commercianti di criptovalute potrebbero sostenere la catena sostenuta da questa narrazione debole per diversi motivi tra cui la speculazione sui prezzi. “Fintanto che si può avere una narrazione ragionevole dietro entrambe le fork, la possibilità di dividere la catena porterà inevitabilmente a una divisione” – il suo pensiero.

QUALE SARÀ IL DESTINO?

Una blockchain tanto dinamica come Ethereum non può esimersi, ovviamente, da controversie e polemiche interne. Le tesi di Van De Sande sulla possibile compromissione delle forze interne hanno le loro ragioni, ma sicuramente potrebbero esserci dei compromessi da parte dei vertici della blockchain. Ora come ora, però, sembra difficile una hard fork di recupero, soprattutto per ciò che pensa la comunità.