Meglio investire in Bitcoin o Ethereum?
Molte persone che decidono di investire per la prima volta nelle criptovalute si sono trovate nell’ultimo periodo di fronte ad un dilemma: meglio i bitcoin o ethereum? Rispondere a questa domanda non è facile perché le differenze tra le due criptovalute sono più delle similitudini. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Differenze tra bitcoin ed ethereum
Prima di tutto va detto che Ethereum non ha avuto mai l’ambizione di raggiungere un valore simile a quello di bitcoin. Quando, nel 2014, il suo creatore, Buterin Vitalik, la lanciò sul mercato era chiaro fin da subito che si sarebbe trattata di un’alternativa del tutto diversa da quella di Nakamoto.
Ethereum è stata infatti concepita con una tecnologia ledger, ovvero di registro, che viene utilizzato dalle aziende per costruire nuovi programmi. Rispetto al Bitcoin, dunque, è uno strumento per le transazioni tra imprese. Detto in altri termini si tratta di un modello fiduciario in cui le aziende possono sfruttare la potenza della blockchain per stilare contratti senza intermediari.
Questa differenza di «registro» ne comporta una anche per quanto riguarda le monete. Se il bitcoin è, infatti, usato essenzialmente per effettuare transazioni, l’Ether (questo il nome della moneta che utilizza il sistema Ethereum) altro non è che un «carburante di sistema», ovvero serve nello sviluppo di progetti tecnologici, o per favorire la nascita di nuove criptovalute, che si appoggiano nella fase di startup alla blockchain di Ethereum.
Un’altra importante differenza tra le due criptovalute sta nel tempo delle transazioni. Il tempo di creazione di un blocco per Ethereum è di 4-15 secondi contro i 10 minuti impiegati dal Bitcoin. Ciò vuol dire che le transazioni con Ethereum vengono eseguite immediatamente. Inoltre, per calcolare il costo di una transazione la creatura di Vitalik si basa sulla sua complessità computazionale calcolata su diversi parametri, come l’utilizzo della larghezza di banda e le diverse esigenze di archiviazione. Questo costo prende il nome di “Gas”. Le transazioni in Bitcoin, al contrario, hanno lo stesso costo tra loro che è limitato dalla dimensione del blocco.
Infine, bisogna ricordare che Ethereum rilascia la stessa quantità di Ether ogni anno all’infinito mentre con Bitcoin i compensi per la creazione di un blocco sulla blockchain da parte delle miners si dimezzano ogni 4 anni.
In cosa conviene investire?
Una volta chiarite le differenze tra bitcoin ed ethereum vediamo di rispondere alla domanda principale. In questo momento, se si dovesse guardare solo alla capitalizzazione, non ci sarebbe gara: Ethereum capitalizza 58 miliardi, mentre Bitcoin è a 135 miliardi. Nel breve periodo, dunque, anche ipotizzando un crollo da parte della criptovaluta di Satoshi Nakanmoto, investire su bitcoin risulta ancora conveniente.
Nel medio-lungo periodo, però, il discorso cambia perché Ethereum potrebbe diventare uno dei leader nell’Internet of Things. Di cosa si tratta? In telecomunicazione si intende la capacità della rete di estendersi agli oggetti. Questi ultimi si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su sé stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. In pratica parliamo della capacità di ogni tipo di oggetto (sveglia, automobili, ma anche medicine o scarpe da tennis) di autogestirsi, semplicemente interconnettendosi con altri della loro «specie».
Grazie al suo sistema decentralizzato e veloce Ethereum ha margini di crescita molto ampi da questo punto di vista.
Nell’ottica di sviluppo di Ethereum va considerata anche l’alleanza con alcune multinazionali. Ad esempio, è stata stretta una partnership con Microsoft tramite la piattaforma ConsenSys di Microsoft Azure, permettendo agli sviluppatori di avere un unico ambiente di sviluppo blockchain basato su cloud.
Infine, una caratteristica di Ethereum è quella di offrire agli sviluppatori un mezzo per raccogliere fondi per varie applicazioni, mediante il crowdfunding . Chi avesse un nuovo progetto in mente, può creare un contratto e presentarlo alla comunità di Ethereum. Qualora il progetto fosse accolto, il denaro raccolto sarebbe trattenuto fino al raggiungimento dell’obiettivo o fino a una data concordata. I fondi sarebbero poi restituiti ai contributori se l’obiettivo non fosse raggiunto o se il progetto andasse a buon fine. Il tutto, senza alcun tipo di commissione per società terze.
Si può concludere, dunque, affermando che, nel medio-lungo periodo, Ethereum potrebbe anche arrivare a superare Bitcoin, grazie alla sua maggior flessibilità di utilizzo.
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