Wikileaks contro Coinbase

Wikileaks contro Coinbase: la notizia è arrivata in queste ore. Motivo? Negli Stati Uniti hanno deciso di sospendere l’account di WikiLeaksShop: è il negozio di articolo online ufficiale di Wikileaks, gestito dalla piattaforma americana, che vendeva beni e prodotti (semplice merchandising). Serviva, chiaramente, a portare profitti all’organizzazione, così da permettere il prosieguo delle operazioni.

Ma Wikileaks, che negli ultimi anni non se l’è passata particolarmente bene, si è messa su una posizione di forza che un po’ spaventa: ha già minacciato il boicottaggio la scorsa settimana. L’annuncio della sospensione, intanto, non è stato ancora confermato da Coinbase, però ha messo paura. Wikileaks, per ora, ha solo affermato attraverso una nota di aver ricevuto i regolamenti finanziari del governo degli Stati Uniti: questa sarebbe già una delle ragioni della sospensione.

A commentare la scelta è arrivata la nota pubblicata su Twitter da Wikileaks: “Il nostro interesse primario è quello di rendere la criptovaluta sicura per i nostri utenti. Coinbase è un’organizzazione Money Services Business regolata da FinCEN, e per raggiungere questo obiettivo siamo obbligati per legge ad implementare meccanismi di conformità regolativa. Dopo un’attenta revisione, crediamo che il vostro account abbia fatto un uso proibito violando i nostri Termini e Condizioni e ci dispiace informarvi che non vi daremo più accesso al nostro servizio“.

Cosa vuol dire? Non c’è alcuna indicazione sulla presunta violazione di queste regole: la sospensione di Coinbase comunque farà accettare pagamenti o donazioni con Bitcoin. Solo che l’organizzazione dovrebbe dedicare risorse maggiori alla gestione degli account, e poi trasformare i BC in dollaro non è mai così semplice…